Cromoterapia

Accolgo le persone nel mio studio a Concorezzo, le faccio accomodare sul lettino, sentire a proprio agio e rilassare. Si eseguono visualizzazioni con i colori, si utilizzano pezze colorate, si analizzano i colori di cui si ha bisogno e mi avvalgo  della cromopen  (penna con cristalli luminosi) sulle zone bisognose di essere riequilibrate, ecc.. Con la cromopen agisco sui punti dell’agopuntura utilizzando i colori e illumino i chakra con i colori appropriati. E’ interessante percepire la diversa vibrazione dei colori e le sensazioni che si possono avvertire grazie ad essi.

 

Attestato Cromoterapia - maggio 2016- Paola Maggioni

Attestato Cromoterapia – maggio 2016

 

Ci accompagna una musica di sottofondo rilassante. Con questo trattamento vi sentirete in armonia con voi stessi, rilassati e percepirete uno stato di completo benessere. La tecnica olistica cromopen è complementare al trattamento di pranopratica, di riflessologia e tecniche manuali olistiche. Questi trattamenti olistici coinvolgono la parte più intima e profonda di noi stessi, concorrono al cambiamento interiore, stimolano i processi di autoguarigione, portano al rilassamento, al riequilibrio di mente e corpo e all’armonizzazione, ridonano vitalità e sono adatti anche per animali.

Cos’è la cromoterapia

I colori sono dentro di noi e fuori. Noi viviamo ogni giorno tra e con i colori e a volte né ci facciamo caso, né ci viene in mente di prestare attenzione alle vibrazioni che emanano.

Mi sono sempre interessata ai colori fin da piccola. Come colore in genere mi piaceva il giallo, prediligevo un abbigliamento blu, ascoltavo le sensazioni che avevo quando mi recavo in certo ambiente come: al parco, in montagna, al lago e al mare. Percepivo rilassamento quando vedevo il verde del prato, alberi, ecc, con l’azzurro dell’acqua e del cielo terso provavo la sensazione di respirare meglio. E tutto questo mi è rimasto tutt’ora.

Dobbiamo ascoltarci e percepire ciò che ci proviene dall’esterno, cercando di cambiare e migliorare dentro di noi e con gli altri.

I colori possono contribuire al nostro benessere e ci aiutano nella ricerca dell’armonia di corpo, spirito e anima. Tuttavia, dobbiamo premettere che il loro beneficio è condizionato dalla nostra capacità di percepirli in modo consapevole, dalla nostro riconoscerne gli effetti e dalla possibilità di utilizzazione.

I colori sono vecchi come il mondo, sono espressione e specchio dei sentimenti soggettivi e simboli dei principi universalmente validi, oggettivi, della vita. Descritti come “lunghezze d’onda”, rimangono concetti “inafferrabili” come l’anima.

Ogni colore possiede un ampio spettro di significati diversi, che riguarda le differenti applicazioni e funzioni dei molti aspetti della vita. L’utilizzo dei colori si basa proprio sui loro significati. I tre colori fondamentali che rappresentano l’unità nel corpo di una persona sono il giallo (lo spirito), il rosso (il corpo) e il blu (l’anima). I metodi di applicazione dei colori per ottenerne un beneficio sono vari come la visualizzazione cromatica, l’irradiazione di luce colorata, l’utilizzo di pietre preziose, di pezze e vestiti colorati, ecc.

I colori vengono percepiti da noi in maniera diversa, perché i sentimenti che suscitano in noi possono essere diversi. In altre parole possiamo dire che, la specificità di un colore colpisce l’individualità presente in noi.

Ognuno di noi ha un colore preferito e uno che non ama particolarmente. Ognuno di noi sceglie i colori che gli sembrano più appropriati per vestirsi, per arredare la casa, l’automobile, ecc.

Cosa sono i colori, loro relazioni e loro distinzioni

La luce

Tramite la luce ogni essere vivente può vedere il mondo che lo circonda, relazionarsi con il tempo, attraverso l’alternarsi del giorno e della notte, e con lo spazio, mediante le distanze prospettiche e le ombre.

La luce è necessaria per alcuni processi fisiologici e di crescita degli organismi viventi, come ad esempio l’assorbimento del calcio tramite la vitamina D che avviene tramite l’esposizione ai raggi solari, e la sintesi clorofilliana.

Le onde elettromagnetiche derivano dalle trasformazioni della materia, in quanto queste ultime sprigionano energia sotto forma di luce e/o calore la quale si espande nello spazio circostante attraverso un moto ondulatorio che riesce a propagarsi anche nello spazio vuoto.

La luce è energia costituita da vibrazioni elettromagnetiche che si espandono nello spazio in linea retta in ogni direzione, con moto ondulatorio. La frequenza di un’onda elettromagnetica è data dal numero di oscillazioni compiute in un secondo dai campi elettrico e magnetico, è fissata dalla sorgente e si misura in cicli al secondo (herz). La lunghezza è la massima distanza tra due picchi d’onda, si misura in nanometri, dipende dal mezzo in cui la radiazione si propaga. Un nanometro corrisponde a 1 miliardesimo di metro.

La definizione di colore

Il colore è quella porzione delle onde luminose che l’occhio umano può vedere. I colori senza la luce non esisterebbero.

Il colore della luce è dato dalla frequenza delle vibrazioni che l’occhio umano può percepire.

Il fisico inglese Isaac Newton, lo scienziato che fece scoperte in molti campi delle scienze naturali, studiò in modo approfondito le proprietà e la natura della luce.  La sua teoria venne esposta nel libro scritto nel 1660 La teoria dei colori. Il presupposto da cui partì Newton era la convinzione che predominava nel suo tempo secondo la quale si credeva che la luce fosse bianca e che tutti i colori prendessero vita grazie alla sua contaminazione da parte della materia vivente ed inanimata. Questa credenza fu smentita dall’esperimento di Newton. Dopo diversi esperimenti, scoprì che in una stanza buia[7] la luce bianca attraversando un prisma si scompose in fasci luminosi di colorazione diversa (vedi figura sottostante). Allo stesso modo si forma l’arcobaleno, provocato dalla scomposizione della luce del sole che attraversa i “prismi” delle goccioline di pioggia. 

La luce solare (bianca o incolore) per convenzione è stata divisa in sette bande principali comprese tra i 380 nm del viola, che è il colore con la frequenza più bassa e i 760 nm del rosso, che è il colore con la frequenza più alta. Inferiore alla frequenza del viola c’è l’ultravioletto, e superiore a quella del rosso c’è l’infrarosso. Di conseguenza la banda è suddivisa come segue: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro-blu, indaco e viola, che non sono altro che i colori dell’arcobaleno. Ogni colore dello spettro è composto da una sola lunghezza d’onda e la variazione che percepiamo non deriva da una miscela di sfumature ma dagli infinitesimi cambiamenti delle lunghezze d’onda.  Quindi i colori hanno una propria frequenza ed emettono corrispondentemente una quantità differente di energia di vibrazione.

Il ricercatore inglese Theo Gimbel, che si dedicò allo studio dei colori, confrontò l’energia di vibrazione dei colori con quella dei suoni. Scoprì che i colori posseggono un’energia di vibrazione più elevata di quella dei suoni ed esercitano quindi un influsso maggiore di questi ultimi, anche rispetto all’emissione verbale.

La risonanza della vibrazione

Il corpo umano emette in continuazione certe vibrazioni, come pure un colore. Tramite la fotografia di “Kirlian”, un processo fotografico particolare, si può rendere visibile il campo di vibrazione del corpo umano, detto anche “aura”. Quando entrano in contatto le vibrazioni emesse dal colore e quelle emesse dal corpo umano, esse si sovrappongono e si influenzano reciprocamente. Questa proprietà di emettere energia permette ai colori di influenzare tutto il nostro organismo, le nostre condizioni psicofisiche e spirituali, anche se non possiamo vedere questo fenomeno con i nostri occhi.

I colori sono lo specchio di noi stessi

Dobbiamo anche considerare la sensibilità dell’essere umano verso i colori senza fermarci al solo fenomeno fisico, così come fece Goethe contrariamente a Newton. Per Goethe i colori erano lo specchio di tutti gli aspetti della natura umana e, quindi, non potevano essere osservati e studiati separatamente dall’uomo. Inoltre, sosteneva che l’universo interiore dell’essere umano è sempre inseparabilmente legato all’ambiente esterno. Il mondo interiore e quello esterno, infatti, rappresentano quasi le due facce di una stessa moneta che è l’Io dell’essere umano. Tutto ciò che la persona trova all’esterno non è altro  che un riflesso, l’immagine restituita dallo specchio, del suo mondo interiore e, quindi, riesce a riconoscere nel mondo esterno solo ciò che ha in sé. Da questa concezione Goethe creò La teoria dei colori e pose le basi della moderna psicologia dei colori.

La teoria dei colori di Goethe

Goethe era convinto che la teoria di Newton presentasse delle lacune e la paragonò a una grandiosa rocca fortificata in disuso. Egli riprodusse l’esperimento di Newton in una stanza illuminata invece che in una buia e quando prese in mano un prisma non vide alcun effetto ipotizzato da Newton. Quando orientò il prisma verso una zona chiara della parete confinante con una più scura, vide i colori. Di conseguenza, egli sostenne che per vedere il colore mediante un prisma era necessario un confine di luce e ombra e che era grazie a questa dualità che il colore si manifestava.

Uno dei più grandi meriti di Goethe è quello di avere messo in relazione la luce con l’occhio, sostenendo che la visione, pur partendo da dati oggettivi, é soggettiva ed esperienziale. L’occhio ha bisogno del colore e della luce e i colori sono delle “azioni della luce, azioni e passioni”. Inoltre, Goethe ha indagato su come il contesto modifichi le sensazioni dei colori, contribuendo non solo a riportare l’attenzione sull’azione della luce, ma anche sul modo in cui l’uomo percepisce il colore a livello sensoriale ed emotivo. Secondo lo scrittore, le due polarità dei colori sono la luce e l’oscurità. La prima, il bianco alla quale viene attribuito un segno positivo e la seconda, il nero, alla quale viene dato un segno negativo. Il colore giallo è quello più vicino alla luce, l’azzurro all’oscurità. La sequenza che ne deriva è luce – giallo – verde – azzurro – oscurità. Quando i due estremi cioè, il giallo e l’azzurro vengono mescolati danno vita a una nuova unità che sarebbe il verde. Inoltre, occorre dire che sia il giallo che l’azzurro hanno una qualità rossiccia che tende ad aumentare con l’intensificazione della saturazione del colore. Di conseguenza, se vengono inseriti i due colori/poli in un cerchio, uno opposto all’altro, si vedrà che possono unirsi verso il basso dando vita al verde, oppure verso l’alto creando il rosso – porpora e quindi, può formarsi un intero armonioso da due opposizioni cromatiche.

La psicologia dei colori

Come esposto in precedenza, dalla relazione che esiste tra uomo e colore, dall’identità di impressione ed espressione, deriva che i colori non solo esprimono in modo incomparabile il nostro stato d’animo, ma sono anche in grado di influenzarci.

Goethe a tal proposito scrisse che i colori che osserviamo sugli oggetti non sono qualcosa di completamente estraneo all’occhio, non vengono impressi per la prima volta. L’occhio è sempre in grado di produrre da sé i colori e prova una sensazione piacevole quando qualcosa conforme alla sua propria natura gli viene sottoposto dall’esterno. Di conseguenza, le singole impressioni suscitate dai colori non possono essere scambiate, perché hanno un effetto particolare e suscitano condizioni decisamente specifiche negli esseri viventi, nei loro umori e nel loro stato d’animo.

Il potere simbolico dei colori

I colori hanno una connessione, oltre che con l’inconscio di ciascuno di noi, anche con l’inconscio collettivo, nel quale vengono rappresentati il sapere e l’esperienza di un’intera umanità. I colori costituiscono una parte delle antiche forme simboliche. Infatti, i colori come simboli arcaici, hanno un significato comune a diverse culture, tra le quali la comunità cristiana, buddista, indù, indiana, alchimistica e stregonesca. L’espressione cromatica rappresenta il sistema simbolico fondamentale, in quanto, influenza direttamente i livelli più profondi dell’anima senza i quali qualsiasi simbolo rimane privo di significato. Consideriamo anche i sogni, come comunicazioni dirette dell’anima, che tramite determinati colori hanno la caratteristica di far emergere e rendere chiari determinati simboli nascosti.

I benefici che ci danno i colori

Considerando tutti i fattori descritti in precedenza, possiamo dire che:

  • visto che i colori, sono caratterizzati da vibrazioni differenti ed emettono energia, possono influenzare in modo positivo o negativo costantemente il nostro corpo, indipendentemente dal nostro percepirli con gli occhi;
  • i colori hanno un effetto generico sulle nostre condizioni psichiche, spirituali, fisiche e un’azione lenitiva rispetto a disturbi acuti o cronici;
  • ogni colore ha un suo particolare movimento che possiamo percepire attraverso l’osservazione, e che può influenzare i nostri umori e i nostri sentimenti, perché ogni colore è specchio ed espressione della nostra anima;
  • i colori hanno un significato in quanto sono simboli dei valori umani in genere.

La rifrazione

Ogni oggetto investito dalla luce si comporta in modo diverso, cioè può riflettere o diffondere la luce, assorbirla o trasmetterla secondo la propria composizione molecolare. La trasmissione si verifica nei corpi trasparenti come il vetro, che vengono attraversati dalla luce e, quindi, sono incolori. Quando il materiale è spesso o semitrasparente e riusciamo a scorgerlo lievemente colorato vuol dire che è avvenuta una trasmissione parziale, in cui alcuni raggi non sono riusciti a oltrepassare l’oggetto ma hanno subito una riflessione. Il vetro di una finestra si fa attraversare dalla luce, ma quando viene triturato finemente lo stesso materiale diffonde la luce dando una sensazione di un colore bianco opaco. Con più le particelle sono piccole con più la luce avrà una superficie totale riflettente maggiore. I corpi opachi possono riflettere o assorbire la luce, dando l’impressione del colore, ma quello che vediamo sono i raggi che vengono riflessi dall’oggetto e che colpiscono il nostro occhio. Per esempio, un oggetto ci appare rosso perché le radiazioni della gamma verde-blu sono state assorbite, mentre tutte le altre vengono riflesse in proporzione variabile, così che i nostri occhi percepiscano un determinato rosso. In conclusione, la percezione del colore deriva dalla somma di più fattori, cioè dalla costituzione chimica dell’oggetto, dall’incidenza della luce e dal modo in cui viene colpito, dalla disposizione molecolare e dallo stato in cui si trova (solido, liquido o gassoso), dalle radiazioni termiche degli infrarossi e da quelle chimiche degli ultravioletti che si accompagnano sempre alle radiazioni della luce visibile, dall’interazione degli agenti atmosferici e dalle sostanze che sono nell’aria.

La cromoterapia, significato e i suoi utilizzi

Il colore è sempre stato utilizzato in tutte le epoche e in tutte le civiltà come elemento indispensabile di valutazione energetica. In Cina l’hanno utilizzato nella Medicina Tradizionale Cinese per indicare squilibri psicofisici ed emotivi. Ippocrate, il padre della medicina, sostenne che la salute e la malattia derivano da meccanismi messi in atto dall’uomo stesso. Anche in occidente il colore della pelle dava delle indicazioni per associare tecniche di recupero energetico mediante l’utilizzo dei colori.

L’uomo percepisce il colore non solo attraverso il senso della vista, ma anche con tutti gli altri sensi, per esempio attraverso il tatto oppure si utilizzano tecniche con colori abbinate ai suoni.

I colori coinvolgono tutta la nostra esistenza, basta pensare al ciclo delle stagioni e al ciclo giorno/notte.

La manifestazione di disequilibrio coinvolge il corpo, la psiche e l’ambiente. Infatti, l’uomo è costituito da più livelli collegati tra loro cioè corpo, mente, emozioni e spirito. Quindi, occorre dire che ogni processo che interessa una di queste parti avrà delle influenze anche su tutte le altre. Di conseguenza, la salute deriva da una completa armonia tra i vari livelli dell’individuo utilizzando il colore si arriva ad un equilibrio sereno e consapevole di tutti i livelli.

Avvalendosi del colore si lavora su due strade cioè sull’assorbimento del colore attraverso il corpo, la cosiddetta cromoterapia e, l’utilizzo del colore come espressione delle proprie emozioni. La cromoterapia consiste in tutte quelle tecniche che possono far assorbire ad una persona il colore mediante l’utilizzo di luce colorata come abiti, stoffe, pietre, cromopen, meditazioni e visualizzazioni, cibo ecc. Per quanto concerne l’utilizzo del colore come espressione delle proprie sensazioni le tecniche di Arteterapia servono per portare a livello conscio sensazioni, sentimenti, blocchi energetici che ostruiscono i processi di crescita personale.

Il rapporto concreto e creativo con i colori è una forma molto dolce di trattamento, tanto che la cromoterapia si accompagna bene con altri trattamenti di benessere psico-fisico. Inoltre, come anche per le altre tecniche, è importante osservare, ascoltare la persona, percepire, intuire, ascoltare il nostro cuore e fare proprio tutto quello che abbiamo appreso. In questo modo la cromoterapia diventerà parte integrante della nostra vita, delle nostre esperienze e di quelle degli altri. Non dobbiamo avere paura di quello che succederà, ma dobbiamo lasciarci andare.

L’organismo conosce meglio dell’intelletto quello di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo lasciarci guidare con fiducia dalle informazioni che ci fornisce il nostro corpo e l’intuito anche se non sono sempre consone agli schemi e alle regole dettati dai libri. In conclusione, conoscere i colori, usarli in modo consapevole e soprattutto ascoltare intuitivamente il corpo e lo spirito può portare con poca fatica ad una vita piena.

Cromoterapia con tessuti colorati

Cromoterapia con cromopen

Meditazioni e visualizzazioni con i colori

La storia dei colori

Dalla notte dei tempi si faceva uso dei colori nei rituali e nelle pratiche spirituali. Rappresentano un importante collegamento tra noi e la nostra parte più profonda, il nostro inconscio, ed inoltre portano luce alla nostra anima. Dagli studi degli antropologi è emerso che nel mondo arcaico si utilizzavano solo il bianco ed il nero. Il bianco indicava le sfumature chiare ed il nero che indicava tutta la gamma degli scuri, tra i quali i rossi ed i marroni. Nelle antiche religioni irlandesi la luna nuova veniva usata per rappresentare la dea bianca della nascita, la luna piena la dea rossa della fertilità e la luna calante la dea nera della morte.

Nel 10.500 a.C. i colori che si adoperavano sono quelli che si recuperavano dalla terra, come ad esempio ematite, ferro, silicati di alluminio, ossido di manganese, calce, ossa macinate, carbone, ecc. Per far durare a lungo le pitture si usava l’olio vegetale e dei leganti che avevano la funzione di impedirne la screpolatura ed il distacco del colore dalla parete.

Nelle varie epoche storiche i colori hanno simboleggiato delle condizioni particolari come ad esempio il nero che lo si usava per il lutto, il rosso per la prostituzione, il bianco per le vesti sacerdotali.

Con il passare del tempo le conoscenze aumentarono e furono creati nuovi termini che indicassero i colori. Oltre al nero, bianco e rosso arrivarono anche il giallo, verde e blu, in seguito anche il viola, l’arancio, il rosa, il grigio, il marrone e le varie gradazione di colori simili ai colori di base.

Occorre anche dire che c’erano dei problemi sui termini dati a certi colori di base, in quanto a volte gli stessi colori di base erano definiti con nomi diversi dalle varie culture.

Gli Egizi si impegnavano molto nella preparazione dei colori, davano molta importanza a questi ultimi, infatti indicavano l’essenza delle cose, sfruttavano l’energia luminosa dei raggi solari, creavano pomate colorate mescolando polvere di pietre preziose con oli e creme. Pensiamo solo alla loro famosa “fritta egizia”, cioè il loro azzurro particolarmente intenso, sapevano come scegliere i materiali, miscelarli nelle giuste proporzioni, cuocerli alla giusta temperatura in particolari forni.

Nell’antica Roma il colore più usato era il rosso porpora detto anche porpora di Tiro, città fenicia, che valeva più dell’oro. Divenne il colore ufficiale dei Cesari e dell’impero, tanto da promuovere leggi speciali sul suo utilizzo, sul costo di vendita e diffusione come prodotto finito. In queste popolazioni le donne usavano iniettarsi il colore sotto lo strato superficiale della pelle per distinguersi dal resto dei viventi, per sentirsi parte del gruppo e come mezzo di seduzione assieme alla tintura dei capelli.

Ancora oggi alcune realtà etniche utilizzano il colore a scopi rituali, ma la società moderna fa uso di tatuaggi e cosmetici tralasciando il significato mistico-cerimoniale.

Il rosso come colore venne considerato importante anche nella Firenze rinascimentale, lo si estraeva da un insetto detto cocciniglia o dalla radice di robbia o garanza: i panni di questo colore valevano moltissimo.

Durante il medioevo si utilizzavano il blu di lapislazzuli e azzurrite, il rosso vermiglione, il cremisi o scarlatto. In questo periodo in Europa le vetrate delle cattedrali erano considerate curative, tanto che i malati venivano portati nelle chiese per farsi inondare di un bagno colorato quando la luce penetrava attraverso il vetro.

Nel XII secolo si crearono nuovi colori, visto che quelli in commercio non erano più sufficienti per le esigenze dei clienti più pretenziosi e quindi i più ricchi. I contadini si vestivano con abiti dai colori spenti ed instabili fatti in casa.

Quando si parla di colori occorre anche parlare di alchimia, una dottrina complessa che abbraccia la scienza e la spiritualità unendole nella ricerca della divinizzazione. Infatti, l’obiettivo principale dell’alchimia era quello di tornare alla purezza dell’origine, alla perfezione, passando cicli evolutivi che permettessero l’unione dell’essere umano con il divino. Le sue origini risalgono ad antiche civiltà scomparse come Atlantide. I metalli dovevano tramutarsi in oro: come il metallo si tramuta in oro così l’essere umano si sarebbe dovuto trasformare in essere divino. L’alchimista doveva creare la pietra filosofale, le nozze mistiche tra l’anima ed il corpo mediante lo spirito.

Nel 1400 si stamparono piccoli componimenti riguardanti i significati dei colori nei fiori e nel vestiario. Questi erano destinati alle corti italiane con i suggerimenti del loro utilizzo in particolari occasioni.

Fino al XVI  secolo il blu fu il colore dell’abbigliamento femminile e il rosso il colore dell’ uomo allo scopo di esprimere potenza e supremazia. Poi dal 1500 le cose si invertirono, in quanto, l’uomo diede al blu il significato di regalità e dignità, del potere di acquisto per volere divino, mentre la donna usò il rosso per la seduzione. Oggi queste abitudini esistono ancora e si usa il rosa per le bambine e l’azzurro per i maschietti.

La “rivoluzione dell’indaco” avvenne in Europa tra il 1700 ed il 1800. Trattasi del nuovo blu proveniente dalle Americhe e dalle Antille, che costava poco e tingeva in modo perfetto. Era già conosciuto in India dal 2000 a.C. ed esportato da questa nazione intorno al XVII secolo, ma questo colore venne sostituito da quello americano più conveniente a livello economico.

Dalla metà del 1800 ebbe inizio la commercializzazione delle tinte sintetiche che fecero nascere nuove sfumature di colori. Infatti, con l’industrializzazione i pigmenti, che prima derivavano da prodotti naturali di natura organica come piante e animali o inorganica come minerali, divennero di “sintesi”, cioè vuol dire che iniziarono ad essere riprodotti in laboratorio le molecole naturali. La conseguenza fu che, da una parte la produzione dei pigmenti aumentò diminuendo i relativi costi, ma dall’altra si ebbero degli scarsi risultati nel mondo della pittura a distanza di tempo trovando dopo qualche anno con quadri sbiaditi o con colori incupiti o sgretolati. Il problema poteva risiedere nel medium o agente legante. Senza medium il colore non esiste. Il pigmento organico od inorganico ha bisogno di un mezzo che permetta l’aderenza al supporto. Il primo medium utilizzato fu l’acqua che era in grado solo di diluirlo senza svolgere la funzione di legante. Poi, in seguito, furono utilizzati: per le pitture murali l’encausto a cera, poi l’affresco con acqua e calcina; per dipingere i manoscritti l’albume d’uovo; per la pittura a tempera su tavola il tuorlo d’uovo. Dal XV secolo si adoperò l’olio, così si passò dal supporto in legno a quello a tela. Oggi si usano medium sintetici, come ad esempio colle e colori già pronti che vengono stemperati con acqua o olio,  ma nulla ha a che fare con le creazioni che avvenivano nelle botteghe e specialmente non esiste più come prima la percezione della vibrazione del colore.

Con l’inizio dell’età moderna gli uomini di scienza incominciarono ad occuparsi del colore in modo più approfondito, anche se per molti di loro valeva ancora l’antica regola di Galileo che sosteneva che i colori assieme agli odori e ai sapori restano fenomeni e occupazioni scientifiche “seconde”. Con l’avvento della chimica, occorre nominare il chimico inglese George Field,  noto per la produzione di nuovi pigmenti e per il fatto che fu il solo che, prima di mettere in commercio un nuovo colore, lo studiava approfonditamente, faceva molte prove di resistenza scrupolose e sconsigliava tutti quelli non abbastanza stabili da permettere una buona conservazione dello strato pittorico in tutte le sue sfaccettature. In seguito, si cercò di sostituire i colori tossici con colori più maneggevoli. Sorsero le industrie che si occupavano di produzione di coloranti come la Bayer che passò dalla fabbricazione delle tinte a prodotti farmaceutici, esplosivi ed alimentari.

E’ sempre esistito il dibattito sull’importanza del colore, considerato a volte di grande rilievo e altre volte di secondo piano.

In conclusione, si può dire che, il colore ha sempre segnato un punto di riferimento fondamentale per l’uomo, infatti, nella storia dei colori si può osservare l’alternarsi di periodi che scandiscono i diversi passaggi culturali, politici e naturalmente artistici che accompagnano la storia dell’umanità, cioè, dall’utilizzo apotropaico degli uomini primitivi a quello concettuale della pittura contemporanea.  Quest’ultima, da una parte utilizza il grigio con tinte metalliche per allungare la vita degli oggetti, ma dall’altra appiattisce e rende neutra qualsiasi individualità.

Per quanto riguarda il tema della guerra, occorre dire che, nell’antichità i guerrieri si dipingevano tutto il corpo per spaventare i nemici, farsi credere più forti e avere aiuto dalle divinità. Fino al 1700 i colori militari erano forti e distintivi per evidenziare la potenza numerica, il prestigio del battaglione e per riconoscersi dal nemico. Dalla prima guerra mondiale si utilizzarono divise mimetiche, in quanto i colori della terra o notturni aiutano a confondersi dal nemico e  potere così sorprenderlo. I colori con alte tonalità esistono solo nella rappresentazione dei gradi.

Per quanto concerne il colore nelle religioni, occorre dire che la luce è all’origine del creato e dell’esistenza. In tutte le forme spirituali la luce è legata al divino, pensiamo alle parole che disse Gesù “Io sono la Luce, la Verità e la Vita”. I colori sono la manifestazione del divino sulla terra, sono una sua emanazione, qualcosa che ci permette di percepire la vicinanza di un altro mondo. L’uomo ha sempre adoperato i colori come mezzo per evocare e per conoscere la divinità. I colori hanno sempre fatto parte dell’universo delle religioni, fino ad arrivare a ricoprire un ruolo di primo piano o ad assumere sfumature mistiche o ad essere confinati a livello di credenze popolari.

Estratto da:

  • “Terapia del colore” di Gloria Grazzini edizioni Enea SI.RI.E. srl 2008-2013
  • “COLORI Come utilizzare pienamente i loro straordinario potere terapeutico” di Klausbernd Vollmar red edizioni 1994- 2003