I trattamenti olistici per il corpo e la mente

Accolgo la persona la faccio accomodare su di un lettino e la faccio sentire a proprio agio. Accompagnati da una musica rilassante appongo le mani sul corpo ed eseguo le posizioni del trattamento previsto.

I trattamenti olistici che propongo, coinvolgono la parte più intima e profonda di noi stessi, concorrono al cambiamento interiore, stimolano i processi di autoguarigione, portano al rilassamento, al riequilibrio di mente e corpo e all’armonizzazione, ridonano vitalità e sono adatti anche ai bambini.

Anche gli animali possono benificiare dei trattamenti olistici, visita la pagina a loro dedicata per maggiori informazioni.

Oltre a riportare parte dei testi estratti da “Catalogo dell’Offerta Formativa delle Discipline Bio Naturali”, a cura del Comitato Tecnico Scientifico delle Discipline Bio Naturali di Regione Lombardia, per spiegare la mia professione, tengo a chiarire che: le informazioni contenute in queste pagine del mio sito non hanno alcun scopo terapeutico; le informazioni sono state estrapolate da testi delle mie tesi che oltre a raccontare le miei esperienze personali sono stati presi a sua volta da libri in commercio; le informazioni sono state scritte a scopo conoscitivo e per spiegare meglio i trattamenti olistici in cosa consistono;  noi operatori olistici non ci sostituiamo ai medici perchè non siamo operatori socio sanitari e perché i trattamenti olistici sono complementari alla medicina ufficiale e non alternativi ad essa.

La giusta disposizione psichica dell’Operatore e del Ricevente

Consideriamo l’operatore

Ogni metodo relativo alle condizioni spirituali che bisogna avere per poter sprigionare la forza vitale, sottende l’acquisizione, da parte dell’individuo di uno stato di beatitudine che viene denominato “sublimitudine” o secondo la scienza “esperienza di punta”. Si parla anche di “trascendenza” o coscienza alterata. A questo stato si giunge con:

  • l’annullamento dei limiti del proprio “io”: noi essendo esseri umani siamo limitati da ogni cosa, per esempio: le nostre facoltà, la nostra predisposizione ereditaria, l’ambiente in cui siamo cresciuti e in cui viviamo, la nostra posizione sociale,ecc. Ogni giorno la vita ci impone una continua e dolorosa riconferma di questi nostri limiti, che vengono chiamati i limiti dell’ “io”. Essi riguardano, solo il nostro corpo mortale e non il nostro “doppio”. Occorre riconoscere che il nostro “io” quotidiano, con le nostre imperfezioni, non è la nostra vera essenza. Per togliere i limiti dell’ “io” dobbiamo: giungere ad una Conoscenza veramente più ampia, elaborando ciò che abbiamo compreso per ottenere un’immagine di vita che ci sarà preziosa e anche tener presente che la Conoscenza consiste in una forma apparente che noi stessi adottiamo come vera, perché ci permette di accettare serenamente la vita. Non dobbiamo allo stesso tempo costringere gli altri ad accettare la nostra Conoscenza come “l’unica autentica verità”. In questo modo avremo la coscienza di aver imparato ad “essere superiori alle cose materiali”.
  • il sentimento di Amore Universale. La parola Amore a cui ci riferiamo, non è quella relativa ad un linguaggio comune, ma si differenzia perché non “possiede” ed è rivolto sia ad una sola persona che a tutto ciò che vive, fino al Tutto della creazione, comprendente l’immagine divina. E’ un amore che accetta sia il prossimo che il Tutto, senza pretendere di adattarli al nostro desiderio personale. Inoltre, questo termine esprime la capacità di essere felici con ciò che abbiamo, avendo però la libertà di migliorarsi. Bisogna aggiungere anche che questo termine è privo di combattività negativa ed è caratterizzato dalla migliore predisposizione verso il prossimo. Ogni persona costruirà con l’altra una sorta di bi-unità di pari valore. Quindi solo offrendo e accettando “Amore” saremo in grado di arrivare ad “un mondo migliore”, che tutti sperano.
  • sperimentazione della “conoscenza”. La parola “Conoscenza” sta a significare la comprensione degli effettivi valori della vita che non tengono conto dei fattori materiali. La vera “Conoscenza” è basata di solito, su cognizioni ben elaborate, ma non necessariamente comprese. Capiamo soltanto quale sia la strada che porta alla liberazione dell’ “io”. Invece, con il termine sperimentazione della “Conoscenza” indichiamo la comprensione del vero “Amore”.

Tutto quello che è stato finora descritto non deve dare la sensazione che, per essere in grado di suscitare la forza vitale, dovremmo diventare una specie di quasi – santi. Ognuno di noi deve aspirare a conseguire una consapevolezza sempre adattabile, anche se pochi la raggiungono. Un segno che ci indica che si è sulla buona strada è quando si ha il vero desiderio di aiutare qualcuno, senza interesse personale.

Consideriamo il ricevente

La cosa principale è che il ricevente deve avere la voglia di essere stimolato.

Ci deve essere la mutua collaborazione tra operatore e ricevente in modo che i trattamenti vitalistici abbiano successo. Tra loro due deve crearsi una bi-unità, la dedizione dell’uno all’altro, basata sulla fiducia reciproca. Solo così sarà possibile raggiungere l’effetto ottimale del metodo in questione.

Estratto da:

  • “Paranormale e Pranoterapia La Saggezza del Mistero” di Liliano Frattini ed. Mediterranee ottobre 2001
  • “Pranoterapia Guarire con le Mani” di Jack F. Chandhu Ermes Edizioni seconda edizione 1988
  • “Guarire con l’energia delle mani equilibrio fisico e Pranoterapia” di Valerio Sanfo ed. RL Gruppo Editoriale s.r.l. marzo 2008